Da un po’ di tempo nel mondo della Net e nei blog malgasci, si parla tanto di Kamba, un bambino malgascio di 1 anno, che vive a Mahajanga, provincia nell’ovest dell’Isola del Madagascar, nato con una malformazione.
Da un po’ di tempo nel mondo della Net e nei blog malgasci, si parla tanto di Kamba, un bambino malgascio di 1 anno, che vive a Mahajanga, provincia nell’ovest dell’Isola del Madagascar, nato con una malformazione.
Tutto inizia con Diana Chamia, una blogger dell’Associazione FOKO, che ci ha fatto conoscere la storia di Kamba, quando un giorno il destino ho fatto incrociare la sua strada con quella di Kamba e di sua madre.
Da lì, Diana ha lanciato un grido d’aiuto sul suo blog intitolando il post di quel giorno : “aiutami ad aiutarlo !”
Ed era difficile non sentirsi interpellato da quel appello.
Da quel momento che iniziano a girare tante mail, discussioni in chat, chiamate telefoniche tra i tanti internauti per saperne di più, per scambiarsi i diversi punti di visti, le impressioni su come aiutare Diana e soprattutto Kamba e la sua famiglia.
Ma cosa è il FOKO ?
FOKO è un progetto che aiuta e incoraggia i giovani studenti nel Madagascar attraverso la rete di internet ed a partecipare alla conversazione globale. Tutti quelli che questi giovani (inclusa Diana) intraprendono sono tutti volontari e il FOKO Blog Club gli includono nelle rete Rising Voice della Global Voice Online.
FOKO è anche un organismo a scopo non lucrativo con un statuto nel Canada e nel Madagascar.
E qual è il problema di Kamba ?
Kamba è un bambino nato nel 2007 con una sorella gemella e vivono a Mahajanga. Grazie a Dio la sorella non ha alcun problema, mentre sfortunatamente Kamba è nato con una malformazione, proprio tra i due occhi. Sua mamma Georgine, che ha solo 20 anni, racconta : “per due mesi dopo il parto, i gemelli ed io siamo rimasti all’ospedale per saperne di più. Ma durante tutto il tempo nessuno si è interessato di noi, anzi lei (NdlR, Diana Chamia) è l’unica sconosciuta che osava guardare il bambino in faccia, e soprattutto la prima sconosciuta che il bambino ha sorriso. Tutti quanti ci evitano. Sono lavandaia ma adesso nessuno mi chiama più per lavorare, la gente ci respinge. Il padre dei bambini ci ha lasciati quando ero al 9° mese di gravidanza. I medici non ci hanno detto nemmeno se esiste una soluzione per mio figlio o no.”
Questa storia ha toccato sensibilmente alcuni internauti malgasci, e da quel momento che è nata questa solidarietà di stringersi attorno a Diana, che si è fatta carico di questa storia e che ha promesso alla giovanissima mamma, di trovare qualcuno che si occuperà di suo figlio.
Ringraziando tutti coloro che si sono mossi dal primo momento, soprattutto l’Associazione FOKO a cui appartiene Diana – studentessa di giornalismo all’università di Mahajanga – e gli amici del blog malgascio, ora siamo giunti al momento di coinvolgere tutti, anche con poche possibilità che ognuno dispone, e fare tutto il possibile per risolvere questa dolorosa vicenda.
In primo luogo, occorre fargli fare al bambino una risonanza magnetica, ed un medico chirurgo a Mahajanga ha accettato di vedere del bambino, ma per mancanza dello scanner in ospedale, è probabile che la piccola famiglia dovrà trasferirsi nella capitale, dove sarà possibile procedere a questa risonanza (intanto a Mahajanga si cerca presso qualche altra parte un posto dove si dispone tale apparecchiatura). La nostra grande speranza è che non ci sia nessun punto vitale che possa essere toccato in un eventuale operazione chirurgica. Solo dopo gli esiti di questa risonanza, potremmo definire la prossima tappa e soprattutto si potrà avere il preventivo di quel che costerà l’operazione.
Da qui inizia a formarsi il cerchio di solidarietà da parte di tutti coloro che vorranno fornire un aiuto, sia per sostenere le spese di questa piccola famiglia negli spostamenti da Mahajanga ad Antananarivo (vitto e alloggio in ospedale e spese varie), sia per tutte le spese mediche (risonanza, operazione chirurgica e farmaci vari se necessario).
Per questo abbiamo messo a disposizione per tutti, una pagina speciale per Kamba nel sito di Zaza-vavy, dove potete trovare tutti le informazioni utili su questa vicenda, e soprattutto grazie al vostro contributo, a quale vi ringraziamo già in anticipo.
Ringraziamo oltretutto Jean e Bako Razafindambo, una coppia malgascia residente in Ottawa ( Canada), che si è molto affezionata a questa storia e per la loro generosità e disponibilità sin dall’inizio.
In Ottawa il giorno 25 maggio prossimo si terrà la mezza maratona dove parteciperanno pure i nostri amici Jean e Bako per raccogliere i fondi e con l’obiettivo di rendere la vita di Kamba normale come quella di un qualsiasi bambino.